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Finrod Felagund
Il Blog di Gianpaolo Persoglio
Diario da Dakar
8-9 giugno, weekend in mare....

Dopo la festa l'Ambasciata la settimana di lavoro è stata interlocutoria. In attesa da news dall'Italia (per le specifiche tecniche del progetto) e da Dakar (per chiudere il contratto ma la Direttrice della controparte era in vacanza a Capoverde...) mi sono dedicato ad incontri con ONG e UTL per sviluppare contatti e muovermi per il futuro.

Arriva il weekend e decido di dedicarlo al mare, visto che l'altra metà del mio cuore (la montagna) dovrà soffrire ancora un po' ed aspettare il ritorno in Italia.

 

Sabato ho in programma una immersione all'Oceanium, il diving di Dakar di proprietà del ministro dell'Ambiente, un libanese che qui ha fatto fortuna e carriera (come molti). Mi avevano dato appuntamento alle 10, per sicurezza arrivo alle 9:30, mi dicono che in realtà l'appuntamento era alle 10:30 e prima delle 12:30 non si fa vedere nessuno..... Meno male che l'ambiente è bello, si sta sotto gli alberi in fronte al mare e l'attesa è rilassante.

 

 

Quando ormai avevo perso le speranze arriva Mamadou, la  mia guida, che mi consegna armi e bagagli e partiamo. In barca oltre noi ci sono due locali che stanno facendo il battesino dell'acqua. A vederli così non sembrano avere l'aspetto di chi sia troppo convinto di quello che sta per fare, spero di sbagliarmi....

 

 

Arriviamo all'Isola di Goree, bella come sempre, accostiamo a fianco di una scogliera dove la corrente sembra dare un po' di pace, una delle guide si tuffa per controllare la visibilità, riemerge dopo poco, pare che un 5-6 metri oltre il proprio naso si riesca a vedere, quindi si va. Il mio accompagnatore mi avverte che andremo poco profondi, lì il fondale arriva massimo a 12 metri, inutile cercare di andare oltre, oggi non è il caso, in più è la mia prima volta oceanica e vorrie capire un attimo come funziona. La prima novità è che l'Oceano è molto meno salato del Mediterraneo, vado gù con la metà dei chili con cui scendo di solito, buono a sapersi, spero solo di non pallonare. L'inizio non è agevole, la maschera fa entrare un po' d'acqua e il solito orecchio (non che sia sempre lo stesso, ma è certo che o uno l'altro decida di non compensarsi) si fa pregare a respingere la pressione, soffro un po' ma poi mi stabilizzo. Siamo sul fondale, 5-6 metri di visibilità sono nei sogni, se arriviamo a 2 è tanto. Il fondale non è niente di che, sabbia e roccette, ma i pesci che passeggiano sono notevoli, nulla di mai visto in Tirreno. Ci sono razze, strani animali a metà tra un polpo e un pesce, pesci spugnosi con punte ovunque, pescetti coloratissimi, devo dire che presto mi sento a mio agio e il giro si fa piacevole. Lo è meno la corrente, veramente forte, sento che siamo poco profondi e vicino alla costa per cui è notevole l'effetto risacca, alla lunga ci si adegua e si lascia fare. Dopo 55 minuti (profondità media 8 metri, di aria ce n'era ancora a sufficienza) risaliamo, tutto sommato è andata bene, prima immersione oceanica messa alle spalle.

 

La domenica invece è dedicata alla vela. Si torna dal mio amico Bernard, stavolta siamo lui, io e con me Valentina&ElHadj e c'è anche Aldo che fa già vela in hobiecat al circolo Voile d'Or. Non è mai stato un cabinato (seppur piccolo come quello di Bernard) e vuole provare la differenza. C'è meno vento di domenica scorsa ma si viaggia. L'itinerario è identico, rotta fino a Goree, ancora nei pressi della costa vicino all'approdo dei traghetti, ritorno nel primo pomeriggio con vento che sale. La compagnia è affiatata, Bernard è simpatico e facciamo un po' di scuola ad Aldo, Valentina ed Elj, la mia materia sarebbe in realtà "bar e musica da navigazione" ma mi adeguo e cerco di fare finta di essere un velista.

 

 

Pranziamo in barca con gli ormai mitici ravioli cinesi fintoitaliani in scatola, come se non ci bastasse aggiungiamo degli oggetti non meglio identificati (tipo panzerotti ripieni) della boulangerie Al Mahdi, concludiamo con un mango sbucciato con un coltello lavato l'ultima volta nel 91. Ma tanto siamo marinai, quello che non ci ammazza non ci uccide.... o una cosa del genere.

Torniamo alla base e come si usa fare in porto ci si racconta storie di mare davanti ad una birra. Bella giornata, mi sono anche un po' abbronzato.

 

Pubblicato in: Diario da Dakar
Autore: SuperAdmin • Data: 15/06/2013