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Finrod Felagund
Il Blog di Gianpaolo Persoglio
Diario da Dakar
Weekend tra mari e laghi..... con naufragio!!!! :D

lasciato il terrible friday arriva l'agognato sabato. Bianca e Paolo mi invitano ad andaro con loro altri colleghi della Cooperazione italiana a passare la giornata sulla spiaggia des Almadies, quartiere figo di Dakar, a due passi dall'Ambasciata Americana, sobria costruzione grande come un Paese abruzzese di montagna. La scusa è quella di andare al mare, la realtà è quella di andare a magnare pesce in uno dei ristorantini sul mare, prezzo basso e resa alta. La spiaggia è carina ma un po' risicata, il mare si apre alla vista, è Oceano aperto, dopo poche centinaia di metri si scorgono onde e marosi di una certa ampiezza. Il ristornatino non è male, grezzo e feroce il giusto offre una bella scelta di piatti a prezzi più che abbordabili, peccato che da ste parti non esista la possibilità di abbinare un vinello bianco, anche della casa, per poter far quadrare il cerchio gustativo. Ci dobbiamo accontentare della birra Gazelle, vabbè. Io per non farmi mancare nulla prendo un piattone di vongole in condivisione con Paolo, un piatto di ricci di mare (è la mia prima volta!!!) in condivisione con tutti e un piatto spiedini di calamari in condivisione solo con me.

 

 

Buono tutto, ci alziamo soddisfatti e andiamo a buttarci pigramente sulla spiaggetta. Pomeriggio soft, rientro a casa, preparazione per la festa di condominio a casa di Chiara, piano terra interno 1. Festa carina c'è un bel mix italo-senegalese, parliamo di massimi e minimi sistemi, Chiara è una ottima padrona di casa ;) La serata proseguirebbe in un locale di Almadies (sempre la zona figa di cui sopra), ma io ho la geniale idea di uscire in bermuda (fighi ma sempre bermuda) per cui mi rimbalzano all'ingresso di un locale come in una qualsiasi posto mistofintfigo milanese. Non mi volete, allora ciao, andiamo a dormire che la domenica si prospetta intensa.

 

Per domenica ho in programma un giro sugli hobiecat col mio amico Aldo Cera. Io gli ho fatto scoprire le meraviglie del monoscafo cabinato, lui dovrà intrudurmi ai segreti della deriva selvaggia, con tanto di trapezio e contrappeso appesi per aria.

 

 

BEh devo dire che è amore a prima vista, raramente mi sono divertito così tanto!! L'oggetto è un piccolo catamarano, con randa grande e fiocchetto davanti solo a fare presenza, ad ogni sbuffo di vento si accelera come su un go-kart, se la raffica si fa intensa e si tiene la rande cazzata lo scafo sopravento si alza e bisogna buttarsi fuori a fare da contrappeso per non scuffiare. Dopo un po' Aldo mi lascia la barra del timone e scopro con mio immenso stupore che anni di vela alcoolica a far manovre con birra in mano non sono passati invano.... Ho una buona sensibilità a sentire il vento e il comportamento della barca e faccio viaggiare come si deve il nostro natante, con sommo divertimento mio e di Aldo.

Facciamo rotta verso Goree, insieme a noi ci sono altri 4 catamarani dello stesso circolo velico in cui Aldo è socio, dopo un po' di tempo utile per capire come funziona ci diamo all'inseguimento degli altri ed in un quarto d'ora li riprendiamo tutti, circumnavighiamo l'isola, quindi cominciamo a sentire in faccia una bella brezza che ci fa pregustare una bolina di rientro da urlo, quando..... Zac!!! si stacca una piastrina della sartia e in un attimo l'albero è giù in acqua!!!

E' un baleno, fortunatamente tutto avviene senza danni fisici a noi che ci guardiamo per un momento attoniti.... per poi scoppiare in una gran risata!

Ma in realtà c'è poco da ridere, la barca è ferma, fortunatamente c'è poca corrente, ma siamo lontani dalla costa e con l'assoluta impossibilità di gestire e di dirigere il mezzo da nessuna parte. Cerchiamo di recuperare la randa e di spostare l'albero ma lo spazio esiguo e cavi e cime intrecciate rendono tutto praticamente impossibile. Meno male che gli altri compagni di uscita si accorgono di noi e ci vengono in aiuto, uno di loro ha il cellulare (noi, geni, no) e chiama il gommone-appoggio del circolo velico ch dopo una mezzoretta ci viene a prendere per trainarci a riva. Che ire, nonostante il naufragio in pieno Oceano mi sono troppo divertito, da rirpovare!

 

 

Tornato a terra saluto gli amici velisti e mi fiondo a casa, alle 14 siamo d'accordo con Bianca e Paolo che si parte per andare al Lago Rosa, abbiamo penotato un taxi per percorrere i circa 50 chilometri che ci separano da lì e fare la mia prima gita fuori porta. 

 

Il posto è davvero bello, regna una gran pace, il lago ha una salinità altissima e prende un colore che va dal rosa all'arancio a seconda delle angolazioni e della posizione del sole.

 

 

Prendiamo una piroga per attraversarlo sul lato corto e andare dall'altra parte dove ci sono delle dune.

Facciamo una passeggiata e arriviamo in breve a vedere l'Oceano, uno scenario veramente selvaggio.

Più di tante parole meritano le immagini :)

 

 

Torniamo indietro stanchi ma soddisfatti, io sono cottissimo, dal sole, dalla stanchezza e anche dal naufragio della mattina, vado a dormire soddisfatto.

 

 

Pubblicato in: Diario da Dakar
Autore: SuperAdmin • Data: 21/06/2013