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Finrod Felagund
Il Blog di Gianpaolo Persoglio
Diario da Dakar
E arrivò Lisbona

Dopo 2 mesi e mezzi di duro lavoro africano arriva finalmente la prima trasferta internazionale, Gianlu ed Elisabet si sposano e si va a Lisbona a festaggiare dal 4 di luglio fino a lunedì 8 (il matrimonio è il 6).

Sono davvero contento anche perchè a Lisbona non ci sono mai stato, rivedo un bel po' di amici a cui ho parecchie cose da raccontare e faremo tanta baldoria; Gianlu è stato sempre il mio collega capo-villaggio per tutte le baraccate in barca per cui in questa è l'occasione giusta per rendere l'evento indimenticabile.

Dopo un volo notturno e scalo ad orari indecenti (4:40) in quel di Madrid arrivo a Lisbona e trovo un caldo atomico, roba da rimpiangere Dakar! 38 gradi contro i 30 massimo che avevo a casa, pur stando comunque sulle rive dell'Atlantico ma ben 4000 km più a nord..... boh, misteri della meterologia....

Il giovedì lo passo a riprendermi, poi nel tardi pomeriggio arriva una buona parte della ciurma e andiamo alla scoperta dellla città. Tra caldo e sonno faccio un po' fatica ad apprezzare il centro, in soccorso c'è sempre il Pippo che nei momenti di maggiore difficoltà convince tutti ad infilarsi in un bar per una birra rinfrescante. A cena il Gianlu si palesa e ci invita ad andare in una piazzetta all'aperto dalle parti del Barrio Alto, l'atmosfera è bellissima e come sempre ci facciamo ricnoscere, spazzoliamo 12 bottiglie di vino in 15 e facciamo girare piatti su tutte le variazioni di baccalao.... Il conto non perdona ma andiamo a dormire felici e soddisfatti.

 

 

Il venerdì raccattiamo gli ultimi arrivati della truppa e ci muoviamo come la gita sociale dell'INPS e caracollando tra una metro e un tram cercando di non perderci facciamo tappa a Belem, il monastero di San Gerolimo, la pasticceria di Belem, il castello.... A cena sempre zona Barrio Alto, stavolta siamo un po' più coscienziosi col vino e andiamo a casa con qualche euro in più nel portafogli.

Sabato è il gran giorno, la mattina la passiamo interamente a preparare foto e video per la serata e come sempre, stretti dai tempi tiranni, diamo il meglio di noi stessi tirando fuori un poutpourri di immagini da proiettare tali da far rischiare l'annullamento delle nozze... confidiamo solo nel buon cuore dei parenti degli sposi e nella benevolenza dei coniugi.

Alle 14 saliamo in pullman, vestiti e pettinati, alla volta della chiesa. Il termometro segna 40 gradi e noi pensiamo bene di allietare tutti i presenti con una rassegna di canzoni che vanno dall'inno nazionale al mazzolin di fiori, passando per adriano pappalardo e jeeg robot d'acciaio. Quando ormai i malcapitati non ne possono più arriviamo in Chiesa e ci diamo un tono, soprattutto io Pippo e qualche altro che sopra l'abito di ordinanza sfoggiamo un panama fucsia comprato la sera prima da un ambulante. Così conciati tentiamo disperatamente di dare un senso alla nostra presenza in Chiesa ma il caldo è atroce e il prete ha deciso che l'amplificazione è optional da borghesi capitalisti, per cui la cerimonia di svolge all'insaputa degli astanti delle ultime file che cercano di seguire a fatica l'andamento della manifestazione. Pare che ad un certo punto gli sposi dicano sì (io non posso confermare nè smetire, mi rifaccio alle dicerie popolari), gli sposi escono e con nostra somma felicità si va tutti all'ombra a bere. Lì attacco bottone con la cugina dello sposo di nazionalità belga e posso sfoggiare il mio franco-senegalese che alla fine risulta essere adeguato alla situazione. 

Dopo un paio d'ore di decompressione e foto di rito ci spostiamo sulla spiaggia dove si tiene il ricevimento. Vestiti di tutto punto (giusto ci arrotoliamo le braghe dell'abito fino al ginocchio) scendiamo sulla spiaggia e ci fotografiamo con i piedi a mollo e la cravatta al collo per la gioia e il ludibrio dei bagnanti.

 

 

Poi via al ricevimento, alle danze, alla cena, fino ad arrivare al momento clou della proiezione. Il Gianlu ha invocato l'immunità matrimoniale e ci ha implorato di attendere la dipartita dei suoi genitori ai quali voleva risparmiare il duro colpo di essere finalmente smascherato come soggetto di dubbia moralità. Immaginava (a ragione) quali potessero essere le foto che avevamo scelto per l'occasione all'interno di un database sterminato ed ha messo le mani avanti. Buoni noi che abbiamo accolto l'implorazione.... A dire il vero c'erano i genitori della moglie i quali, mi dicono (perchè io ero impegnato nella narrazione e commento delle foto), hanno reagito alla visione con facce tra lo sgomento e lo soncerto. Alle 4 andiamo in Hotel stanchi ma felici, lo sposo si era divertito ed aveva apprezzato la nostra cortesia, la sposa non era più sconvolta di tanto, noi eravamo piegati in due dal caldo e dalla fatica ma tutto era andato per il meglio.

Domenica super sorpresa: gli sposi ci hanno convocati in Hotel a mezzogiorno per accompagnarci in un giro stile "mangialonga" alla scoperta delle bellezze di Lisbona con tappe di degustazione enogastronomica. Anche lì il caldo ha messo a dura prova la nostra resistenza ma la giornata è stata fantastica, dopo l'intero pomeriggio passato a mangiare bere e camminare abbiamo concluso con cena nella zona di Almada con tanto di festa di piazza e balli di gruppo.

Lunedì ripartiamo, un ultimo saluto e grazie agli sposi e alle 10:30 sono in aeroporto con destinazione Madrid. In tarda serata arrivo a Dakar e anche il temuto scoglio del visto si rivela poca cosa: con la ricevuta che mi era arrivata via web faccio un po' di fila per il visto biometrico, recupero il bagaglio e alle 22:30 sono a casa a Yoff.

 

Pubblicato in: Diario da Dakar
Autore: SuperAdmin • Data: 16/07/2013